mercoledì 29 ottobre 2008

La pace di Augusta

Le trattative condotte dal fratello di Carlo V, Ferdinando sfociano nella Pace di Augusta (25 settembre 1555).

Con essa viene riconosciuta in Germania l’esistenza di due diverse fedi religiose, quella cattolica e quella luterana: mentre nelle città imperiali è ammessa la loro convivenza, i principi territoriali possono imporre il proprio credo ai sudditi, i quali in caso di dissenso sono costretti ad emigrare. Le secolarizzazioni di beni ecclesiastici sono confermate fino al 1552.

La pace di Augusta sancisce così al tempo stesso la scissione religiosa della Germania e un grave indebolimento dell’autorità imperiale. I veri vincitori della lunga lotta sono i principi, non solo luterani ma anche cattolici, che consolidano il proprio potere all’interno e conferiscono gradualmente ai propri Stati quel volto insieme paternalistico e poliziesco che a lungo caratterizzerà la vita della Germania.


Va comunque ricordato che Martin Lutero non si era certamente prefisso di provocare una frattura del mondo cristiano: tutti gli scritti di quel periodo dimostrano infatti un chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa, che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo.

Gli scontri tra i Principi e l'Imperatore


Sono ripresi frattanto gli sforzi di Carlo V per risolvere la questione luterana. Restio a impegnare la forza e fiducioso nella possibilità che un concilio universale possa appianare le divergenze in materia di fede, l’imperatore convoca nel 1530 una dieta ad Augusta.
Qui il braccio destro di Lutero, Filippo Melantone, redige una professione di fede, la Confessio Augustana, alla quale aderisce la maggior parte delle citta e dei principi riformati. Ma l’intransigenza dei teologi cattolici cui ne è affidato l’esame rende impossibile l’accordo. Carlo V intima ai protestanti di sottomettersi, per tutta risposta essi stipulano un’alleanza difensiva: la lega di Smalcalda (dicembre 1530).
L’ultimo tentativo di conciliazione ha luogo nel 1541 a Ratisbona, dove un compromesso tra protestanti e cattolici pare delinearsi sullo spinoso problema della giustificazione per fede. Le posizioni tuttavia si allontanano irrimediabilmente e i negoziati lasciano il posto allo scontro armato.
Neppure la schiacciante vittoria riportata da Carlo V sulla lega di Smalcalda a Muhlberg nel 1547, riesce a porre termine al conflitto.
Il nuovo re di Francia, Enrico II, inoltre, allaccia subito contatti con i protestanti tedeschi e con il sultano turco per suscitare difficoltà a Carlo V.
Nell’autunno del 1551 viene stipulato un accordo segreto tra Enrico II, re di Francia, e i principi protestanti, secondo il quale il primo garantisce il suo appoggio diplomatico e militare in cambio dell’acquisto dei vescovadi di Metz, Toul e Verdun.
Carlo V è colto alla sprovvista ed è costretto ad un umiliante fuga da Innsbruck nell’aprile del 1552.
Dopo questi inizi la guerra non ha ulteriori sviluppi di rilevo, anche perchè ai principi più che una vittoria della Francia sta a cuore un accordo con l’imperatore, che salvaguardi la loro autonomia politica e religiosa.

Le rivolte dei contadini e dei cavalieri


Il 1522 e gli anni seguenti sono anni particolarmente sanguinosi che imprimono al movimento riformatore prima una svolta in senso rivoluzionario, e poi in senso reazionario.

Thomas Muntzer, un teologo che aveva aderito alle tesi riformatrici, si pone alla testa di una delle numerose bande armate che si stanno formando con l’intento di affermare con la forza un nuovo ordine cristiano basato sull’eguaglianza di tutti gli uomini.

Contemporaneamente un gruppo di cavalieri, guidati da Franz von Sickingen ed Ulrich von Hutten attaccano le terre dell’elettorato di Treviri, allo scopo di veder ripristinate, assieme agli antichi valori del cristianesimo delle origini, anche le loro prerogative messe in ombra dai nascenti eserciti moderni (costituiti per lo piu da mercenari).

E' proprio l’esercito mercenario dell’arcivescovo di Treviri, nello stesso anno, a sconfiggere e disperdere i cavalieri.

Nel 1524 le insurrezioni contadine divengono una vera e propria ribellione che si diffonde in tutta la Germania meridionale e centrale.

I contadini svevi hanno accolto il messaggio religioso luterano come un proclama politico di uguaglianza e liberazione, esposto nei loro Dodici articoli, il manifesto del loro movimento di ribellione.

Nell’aprile del 1525 Lutero pubblica l’Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei contadini di svevia. In questo scritto, col quale dimostra ormai di aver scelto definitivamente l’alleanza coi signori feudali, egli prende le distanze da quel movimento esortando i principi tedeschi alla soppressione delle bande brigantesche ed assassine dei contadini.

Il 15 maggio 1525, gli ultimi insorti della guerra dei contadini, guidati da Thomas Muntzer, sono annientati a Frankenhausen dal langravio Filippo I di Assia. Muntzer viene ucciso.

La Dieta imperiale di Worms


Nel tentativo di recuperare la situazione, l’imperatore Carlo V organizza a Worms un incontro tra Lutero, i principi tedeschi e alcuni delegati papali.

La Dieta di Worms ha luogo il 17 e il 18 aprile del 1521.

A Lutero viene chiesto di spiegare il contenuto dei suoi scritti all'assemblea, dopodiché gli si impone di abiurare. Egli rifiuta e Carlo V lo condanna come nemico della cristianità e come eretico, bandendolo dall’impero.

L’8 maggio 1521 Carlo V proclama l’Editto di Worms con il quale le tesi luterane vengono ufficialmente condannate e perseguitate in tutti i territori dell’impero.

La bolla Exurge Domine e la scomunica


Nel gennaio del 1518 giunge a Roma l’annuncio della discussione proposta da Lutero con le sue tesi. All’inizio la Curia Romana pensa si tratti di una delle solite dispute fratesche e non attribuisce eccessiva importanza alla contestazione di Lutero.
La straordinaria diffusione riscontrata dal messaggio luterano, a tutti i livelli della società, costrinse tuttavia, nel gennaio del 1520 il papa a convocare il primo concistoro contro Lutero. In giugno viene emanata la bolla Exurge Domine, con la quale si concedono al monaco 60 giorni per ritrattare ufficialmente le proprie posizioni, prima di essere scomunicato.
Lutero risponde facendo bruciare nella piazza di Wittemberg i testi del diritto canonico, la bolla papale e alcuni scritti dei suoi avversari.
La risposta di Leone X non si fa attendere: il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanorum Pontificem Lutero viene scomunicato, con l’accusa di essere un eretico hussita.

La predica contro le indulgenze e le 95 tesi

Un’interpretazione letterale del pensiero di San Paolo dunque mal si concilia con la consuetudine ecclesiastica di concedere il perdono ai peccatori pentiti, tramite un’effettiva vendita delle indulgenze, anche se il pagamento simboleggiava il sincero pentimento e le buone opere da compiere per essere perdonati (all’epoca si credeva generalmente che dopo la morte i peccatori venissero puniti per un periodo di tempo, che tuttavia poteva essere abbreviato grazie alle indulgenze concesse con l’autorizzazione del papa in cambio di denaro).

La predicazione contro la vendita delle indulgenze, che il principe Federico aveva impiantato proprio a Wittenberg, è quindi il primo atto riformatore intrapreso da Lutero.

La situazione degenera nel 1517 quando un altro esempio di vendita delle indulgenze dalle amplissime ramificazioni richiama l’attenzione di Lutero.

Il principe Alberto di Hohenzollern infatti, già titolare di due vescovadi, aspira ad ottenere anche il vescovado di Magonza. Il papa, Leone X, accetta di conferirgli tale nomina dietro il pagamento di 10.000 ducati; per raccogliere tale somma gli concede tuttavia l’appalto di una vendita di indulgenze.

Nel 1517 il principe Alberto, divenuto ora anche arcivescovo di Magonza, incarica il monaco domenicano Johann Tetzel di predicare le indulgenze nei suoi domini.

Quando il monaco domenicano giunge a Brandeburgo, nelle vicinanze di Wittemberg, i parrocchiani di Lutero si mettono in viaggio per acquistarle.

Lutero giudica la predicazione di Tetzel assurda sotto ogni punto di vista e decide pertanto di contrastarla per iscritto.

Il 31 ottobre 1517 Lutero (o i suoi studenti) affigge sulla porta della chiesa di Wittemberg, come era uso a quel tempo, 95 tesi in latino, nelle quali stigmatizza il traffico delle indulgenze e nega il diritto e la legittimità di rimettere le pene da parte del pontefice.

Differenze con la teologia cattolica

La Chiesa Cattolica fa equivalere “giustificare” con “perdonare”: l’uomo con le buone azioni cerca di meritarsi il perdono e Dio con la sua infinita misericordia gli va incontro per salvarlo. Per Lutero invece il dono della grazia è offerto al peccatore che non può fare nulla per meritarsela. Secondo i cattolici la dottrina luterana getta per questo l’uomo nella disperazione.

Inoltre Lutero dei sette sacramenti cattolici conserva solamente il Battesimo e l’Eucarestia, proponendo invece il Sacerdozio universale dei laici.

La dottrina della giustificazione per fede

Negli anni di Wittenberg la riflessione luterana si concentra sul rapporto tra Dio e l’uomo.
Mentre legge e medita sulla lettera di San Paolo ai Romani, riceve un’improvvisa rivelazione.
Lo studio della Bibbia, la preghiera e la meditazione lo aiutano a pervenire a un intendimento diverso di come Dio considera i peccatori. Da qui, deriva l’idea che il favore di Dio non è qualcosa che si può guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano fede.
Dio, e solo Lui, ci darà la grazia e la salvezza, giustificandoci.
L’uomo non può lusingare Dio con le buone opere, tanto più che il peccato originale lo porterà di nuovo irrimediabilmente a peccare. Tutto dipende da Lui, che interviene direttamente sull’uomo.
Non c’è pertanto più bisogno di un mediatore tra Dio e l’uomo: il sacerdote.
La dottrina della giustificazione per fede, e non mediante le opere o la penitenza, rimane il pilastro centrale degli insegnamenti di Lutero, che sono comunque derivati da quelli di Wyclif e di Huss.

La vita e la formazione


Martin Lutero nasce il 10 novembre 1483 ad Eisleben (Sassonia) da Hans Luder, minatore, e da Margarethe Lindemann. Di famiglia modesta, religiosa e severissima nell’educazione dei figli.

Nel 1497 Lutero frequenta la scuola di latino a Magdeburgo presso i Fratelli della vita comune, un’associazione religiosa d’origine medievale. Per volontà del padre, si iscrive quindi all’università di Erfurt (1501) dove consegue il titolo di Baccalaureus artium.

E' nella biblioteca di questa università che Lutero legge per la prima volta la Bibbia.

A 22 anni entra nel monastero agostiniano di Erfurt e nel 1507 viene ordinato sacerdote, nonostante la contrarietà del padre, non convinto della sua vocazione.

Il giovane monaco si dedica agli studi teologici ed alla pratica delle virtù monastiche a cominciare dall’umiltà. Johann von Straupitz, vicario generale dell’ordine, è attratto dalle capacità e dalla disciplina del giovane e lo segnala al principe elettore Federico III di Sassonia, che aveva appena fondato l’università di Wittenberg stava cercando nuovi insegnanti.

Nel 1513 Lutero comincia quindi le lezioni sui salmi all’università di Wittenberg.

L’anno successivo papa Leone X concede l’indulgenza plenaria ad ogni fedele che dopo la confessione e la comunione abbia fatto un’offerta per la costruzione della basilica di San Pietro a Roma.

Nel 1515 Lutero comincia le lezioni sull’Epistola ai Romani.